Dove io perfino manco
Avrei dovuto essere stringa al tempo
in schiere di richiami portarti a me
da un’antica selva d’oriente
e dal sognato, dalle chine aspre
dove ho lasciato un po’ della mia ombra
memoria prossima alla pelle.
Ma sempre qualcosa fugge l’impermanenza:
cosa sei per me? cosa hai fatto agli alberi
le cui gemme dispensano vaghezze di occhi interni?
Autrice delle spine, è questa l’arte
che scioglie balsami di aranci amari
tutto di me si fa apertura,
a piccoli morsi essenza e cura
sommuove il fondo, posa
dove io perfino dal corpo manco.
(A Marcel Proust e "À la recherche du temps perdu")