Due Cento cinquantasette
Lui me l'hanno presentato i giganti, le nere
locuste dalla fame infinita. Hanno portato in
sciame il suo odore alla mia tana, dal baccello
squittiva impaziente un verso di sorte: " Prendilo! E' tuo!"
Dicevano " Prendilo! Non è furto il regalo venuto dalle
stelle!" Lui ha nome e provenienza, una schiatta di
svenevoli sciacalle arrese allo sguardo cenerino,
ma questo non mi allontanerà dal suo indirizzo.
Me lo hanno presentato come raro: adesso allungo
la mano e ne forzo la porta. Là, proprio là sta il
marchio del mio possesso. Indietro! State indietro!
Nessuno lo tocchi, neanche la morte, se prima
non le dico: " Avanti! Ti è concesso!"