Poesia
Due Cento dodici
La mia felicità dura un giorno: fa una muta
veloce e senza preavviso. Dalle fasce al sepolcro,
dal roseo vagito alla canuta stanchezza, è una cima
d'improvviso innevata nel calcagno d'Agosto.
La mia felicità è carponi, poi curva: dalle gambe
inesperte arriva lo stridore di giunture scolate
dall'unto della giovinezza. E' una fiamma condannata
alla pioggia che alza per un istante la testa a
ravvivare la sfida e non sa di agevolare
la ghigliottina al liquido boia.