Due Cento novanta
Qui posso essere chi voglio: una brava Circe o una circense. Molti non sanno la fortuna apparecchiata per chi possiede una manciata di apostrofi e parole d'occasione, non sanno che minestre vengon fuori con gli ingredienti giusti, se dosati di virgole e parentesi. Ecco io oggi qui rivelo di esser stata per molti anni in una grotta, turgida come il gozzo di un ascesso , di aver pazientemente atteso rannicchiata che qualcuno mi cavasse fuori e mi dicesse t'amo più di quel che sta sotto la luna. Ho visto i miei arti andare a scuola, mettere fiocchi e i capelli bianchi, il mio ventre gonfiarsi e sgonfiarsi sotto vento e senza vanto. Ho aspettato e che resistenza! E adesso chi sta fuori mi punisce perché cerco un'altra uscita e sulla pagina nitrisco. Adesso vogliono legarmi perché si sono accorti che i miei zoccoli hanno tutto un altro dorso. Mi sanno ora capace di corsa: mai hanno letto le ali nel mio calcagno.