Due Cento nove
Tu sei una certa ora, quando vengono al pettine
i ricordi ed i nodi prendono il largo, quando il letto
è così irsuto da iniettarmi lente dosi del tuo impiego.
Ho fornito dettagli precisi della tua pelle, il sistema
delle ciglia, la portata della bocca. Ho anche saccheggiato
dal tuo sangue qualche ricorrenza, possibilmente coincidente
con santi diversi dal mio. Munita di vanghe, di pale, di sacchi
capienti abbastanza, ho raccolto tutte le parole che non
remano con me. Più avanti, sulla testa, troverai una incidentale
aiuola di sterpaglie, andranno a fuoco le streghe suddivise in
gruppi ordinari: le domeniche senza la mia mano da un lato,
i tuoi lutti dall'altro.Al centro pane e firmamento: avremo sempre
fame di fatica e di stelle. Pretendo non ci siano virgole fra
i nostri nomi, che ci pronuncino senza prendere fiato, così
come ci vogliamo: due giorni di festa abbracciati, due
onde senza la pausa nera della risacca.