Due Cento ottanta
C'è una parola che non vorrei dire e che fa rima
con inferno, pur non possedendone le stesse gambe,
il timone o la plancia: l'ho spiata a bordo di un giorno
qualunque, aveva la posa di un viola violento, un livido
in mezzo alle altre, come se tutto inciampasse in quel
punto, la frattura scoppiata la' proprio, una carrozza
ribaltata sul masso, una diligenza assalita.
Ed è quella che invece mi viene spesso alla bocca
con l'urgenza di un impropero, la bruma di una
maledizione. Ma quando la dico, io strappo il
focolaio del mio male, disinfetto la giunzione
traballante, ripulisco il mio scempio.
E mi sembra di tornare innocente.
Forse perchè per ciò che ho ucciso dicendo,
non piange nessuno.