Due Cento ottantacinque
Nessuno mi darà ragione: sono
torta, ho pezzi che non si incastrano bene, due
o forse più stagioni di ritardo. Ho messo cose
dove non andavano, loro hanno spinto per
andarsene fino a soffocare, ho forzato
l'uscita di altre, venduto alla luce occhi
ancora teneri, mollezze che meritavano
un'altra ora di durezza. Ho spaiato ali e
braccia, ho finito prima di cominciare,
cominciato con la fine. Insomma mi
perseguiteranno per questa confusione,
per l'affronto, l'affitto, di qualcosa sarò
sempre sporca. Ogni tanto mi viene
in mente un campanile e come mi
sentivo al sicuro sotto la sua faccia,
pur non essendo la mia piazza là
stava la mia ombra.Ciò che non
voglio mi compra facilmente , sono
svenduta perchè cara a nessuno.
Ho appeso la mia pelle troppo in
alto per recuperarla ed infilarla
nuovamente. Adesso aspetto
un colpo di vento per vederla cadere.