Due Cento Ottantadue

Se dovessi innamorarti ancora, assicurati
che non abbia il mio numero di scarpe, la
pastosa calzata con cui me ne vado in giro
per la vita, verifica che non possegga il
grimaldello con cui mi hanno aperta un
dì per mettermi dentro centno pose di
disagio. Che sia tutt'altro dal mio calco,
che non conosca la fonderia da cui
sono venuta via ancora molle, il ritardo
del battaglio con cui non faccio mai
in tempo alla felicità.Insomma se ti
urtasse ancora la scocca ruggente
del desiderio, la testuggine infuocata
di un'imprevista passione, metti in conto
la possibilità di evitare ciò che ricopia
il mio orlo, ciò che entra bene nelle mie
impronte, che è intonato alla tintura
del mio affanno. Tieniti alla larga dalle
gonne che avrei indossato anch'io, dalle
falde sotto cui mi sarei protetta dalla troppa
luce, dalle maniche che anch'io avrei
arrotolato fino a quell'altezza. Ti metto
in guardia e ti rimpiango. Sai? Credo
mi accadrà qualcosa: lo sento come
arriva questo imbroglio. Perciò ti allontano
e mentre vai, mi maledico un poco.
Perchè vorrei tutto il mondo mi somigliasse
e tu mi scegliessi ancora senza scampo.