Due Cento ottantatre

In fondo cosa chiedo?
Un appendiabiti in tinta con il mio sterno,
una pancia come di balena che abbia
ingoiato gambe e braccia da risputare,
un acchiappamosche che le lasci vive,
una sedia spaiata per l'ospite inatteso,
la tua mano sulla stessa forchetta
per pugnalare la fame insieme. In
fondo cosa pretendo?Tende come
bandiere di tregua? Ripostigli per
la noia? Confessioni come lavandaie?
No, sono sciocchezze. Vorrei  una
federa sgualcita ad incolpare il sonno
di non essere in tempo ed il letto
pieno di peso.Ma qui dentro ho solo
una panchina su cui stanno  in fila
bagagli e bazzecole: fischia sempre
da un angolo la promessa di una
partenza, il piede di un arrivo, qualcosa
si muove e mi rincorre un crampo.
Poi niente va e niente viene.