Due Cento quarantaquattro
Tutti verranno a sentire la storia dell'orlo che si fingeva contenuto,
la parabola del tarlo che voleva essere una iena e della gamba
che si credeva ala. Ci sono cose che sono state messe in
terra per non ardire al cielo: il tavolo non prende il posto della finestra,
una candela non sarà mai goccia. Tutti verranno a vedermi pasciuta
del tuo desiderio, pascolata lungo il sentiero dei mesi con la foggia
di un cordone senza ventre, di una coda senza testa, di un alveare
senza aghi. Io sono il mantice che ansima sudato nel guscio di una
sera estiva: trattengo il vento gonfiando il petto e spero di trovare
impiego ma è già fuoco ovunque e senza il mio respiro.