Due Cento trenta
Non sono pronta all'estate: la vorace badessa
avanzerà con l'innocenza di giugno per poi
tingermi il fianco con una pennellata di agosto,
fischierà luglio, arbitro di reti e boccagli.
Non ho ancora cucito i costumi di scena,
la mia armatura mi annegherà fra i flutti
dell'afa.Ma lei, frivola, scioglierà la riserva,
la clausura dei suoi seni sudati durerà
meno di un giorno poi, abiurando,
mostrerà le tremule grazie.
Non sono pronta all'estate, non ho pazienza
per i lavabi asciutti di gerani, per la cordata
di cicale in passione, ho bisogno di stazioni lente,
coperte, di uno scudo per non attaccare.
Forse non sarò mai pronta ai semitoni neri
che suonano alla nuova stagione, io sono di
vecchie credenze, di porte sbattute dal vento,
mi piace avvolgermi nell'ombra pacata di ciò
che non urta. Forse anche Dio sa quanto
il mio mentre sia angusto:
per questo non mi affiderà semi.