Due Cento trentaquattro
No so cosa indossare per il nuovo primo appuntamento.
Spero tuttavia ci sia un bell'angolo blu dietro la mia schiena,
che tu mi confonda con una curva di cielo e mi dica stella
prematura. Non ho grande scelta: di abiti e fogge a volte
ho ribrezzo. Preferirei essere coperta del tuo immaginarmi,
infilare la tua voce come un saio, ma senza obbedire e
con la tua bocca cucire un nastro da annodare ai capelli.
O forse potrei usare le tue braccia come scialle.
Vorrei mi vedessi in tutte queste cose appena acconciate,
sistemate secondo le tue ossa. Vorrei ti convincessi
che esisterà sempre una zuffa dove riappacificarci, una
culla scavata apposta per seminarci insieme.
Che la distanza presto diventerà un gioco che ci
solleticherà alla sete di una borraccia sempre piena.