Due Cento trentasette
Che vi piaccia o no, all'altare andrò da scuola,
passando per il marcio, per la bacatura di certe
sete esperte, per il confino che non è mai dato
ai vermi, ma che alle ali è quasi sempre garantito.
Che vi piaccia o no, il mio nome ha cento punte
e su di ognuna sento sedersi il dolore di un nuovo
invito, la gobba del giorno si scansa quando interviene
la notte con il suo busto a correggere articolazioni affrante.
E' così che mi vedrete: poco bianco, forse solo dentro gli occhi,
ed una guarnigione lenta di posate con cui farò baldoria sola
mentre i cancelli abbaieranno di cani che l'umidità fa cigolare.
Ormai non cedo alle promesse che voltano le spalle
ed agilmente se la speranza tossisce con più frequenza.