Poesia
Due Cento venticinque
L'autunno è la traccia, l'inverno il maledetto,
stordente svolgimento.D'inverno mi copro
di sbagli, ho un ombrello che pare un'imbuto.
Ma è d'estate che mi perdono, che mi scuso
per il freddoe mi concedo una tregua, una
sedia, un portamento.Mi giro tre volte
nell'afa e caustico urlando le porte
da cui è entrato l'errore. D'estate condono
le mie ossa venute su abusate dall'illusione
di essere ben incastrate. E mi confesso:
per penitenza devo recitare la mia condotta
sturata dalle scaglie del dolo.
Si, forse solo così non brucerò all'inverno.