Due novembre (non vorrei più visitare le pietre)
Non vorrei più visitare le pietre
per non calpestare i violini. Suonano
per anime, ghirlande e tutto il resto.
Dopo, l’aria del silenzio è la stessa
che viene a notte a coprirci‐ nessuno
chiamò indietro mio padre da radici di selci
né si attivò una linea segreta.
Quel fumo lento che ruba ciocche ai roseti
senza un sibilo, seguimmo
costernati di perdita.
Se almeno ora vedessi
gli incroci delle sue vie, dove svelto
va a cercare pane fresco per cena
ma è uscito lasciando le chiavi
e la porta getta altre spine
‐un legno rinato per poco
appena a spezzarlo, il riposo.