Cammino, a testa china,
tra scricchiolii di foglie
rosse, arancio, gialle, ruggine e oro
cadute sul selciato,
che il vento
lancia fruscianti
e canta una selvaggia, triste canzone.
Ripenso alla mia vita
e all'uragano, che flagella le strade
e le mie mani contratte al petto.
La notte in cui ero morta,
c'era il vento.
17 febbraio 2006
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E'terribile!
Realizzo di non essere programmata!Vorrei tanto cucinarmi quel piatto speciale di quella volta... E'che quando non ho fame, non penso al cibo, quando invece ho fame, non ho la pazienza di aspettare!