E corrono, fugaci.

In fondo, a questo mondo
siamo tutti un po' ciechi,
spesso guardiamo
l'animo altrui
senza osservarlo,
senza pagare il prezzo
di un'audace sensazione.
Passano, scorrono
i nostri occhi,
come treni veloci
i cui passeggeri
non vedono che
un quadro sbiadito
dall'opaco finestrino.
Ed è proprio di
quel treno che ho paura,
quel treno in cui
ho prenotato
un posto
ma che non ho mai
il coraggio di prendere.
Ed è così che passo il tempo
su quella grigia panchina
osservando fugaci vagoni,
che quando son più vicini
passano, e corrono
lontani dal mio sguardo.
C'è solo un caldo
sole d'estate
a ricordarmi che
è ancora giorno,
che la notte,
la mia notte,
può attendere
ancora.