E l'indistinto vive

Per noi che non viviamo laghi
cresciuti all'esercizio della ruggine
dietro metalli a chiusa
d’intonaci crepati senza luce.

Per noi che non scaliamo vette
frustati sulla rotta di declivi
un palmo sopra il mare
riarsi come sale sulle piaghe.

Per noi che non miriamo podi
lasciati a ruminare in slarghi d’ombra
trai fiori calpestati
alla contesa di sbandite scaglie.

Per noi riparo è il buio, letto
la notte che si scioglie in mille rive
e poi l’alba che tarda
a evidenziare – e l’indistinto vive.