E' la mia maledizione
Perché t’amo senza volerlo… È la mia maledizione… L’amare e il non voler amare È come il vivere e il non voler soffrire T’amo mia principessa di terre lontane Ma non voglio averti ne posso Ma forse un dì capirai che tale poeta Morì in un bianco campo di battaglia Imbracciando la sua arma più lieta Morì con sol il tuo nome tra le labbra Pronunciato in un ultimo Languido Fiato di vita T’amo e non voglio La pioggia Già la pioggia può cadere Ma le piante La verdeggiante natura Si bagna di freschezza e vita Proprio quando io posso soffrir per te E lento il mio cuore si scioglie Come l’affannoso dipinto di chi Ormai anziano Impiega ore per dipinger su strada santi e madonne Vedendole poi sciogliere in un brivido freddo Perché sei tornata? Perché… Perché mai dio ti creò come strumento di flagello Per il mio cuore Dolce flagello dell’amabil soffrire Lieta te ne stai guardano il tuo uomo Quello che tu sogni Che tu vuoi e desideri E io Curvo sul piano a scriver queste stanche righe Amandoti È la mia maledizione: …è la mia vita…