Io domo parole: la mia gabbia è di denti ad amori in carestia.
Le nere puerpere arrancano moleste dal mio petto fino all'ugola.
Ma io non so dirle e quando stanno per artigliare la vena al respiro,
le acceco contro la pagina. Il mio verso è la frusta.
Ho ancora addosso cicatrici di cose spezzate.
Per questo sanguino: per chi mi tace.
15 novembre 2011
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