E' una fortuna fuggire da qui
E' una fortuna che questi filari
righino dritti
fino alla fine della staccionata bianca
fino all’ultimo cancello di ferro
di ferro come le lingue arrotate
di ferro come le grate di un glicine
che sputa ombre per terra
è una fortuna
fuggire da qui
con la scusa sempre buona
della prima goccia di pioggia
(o di terra?)
che si fionda giù
a pesomorto
sempre e soltanto a guastare la festa
(anche se non è di certo una festa, questa..)
e quella donna, invece,
quella donna è rimasta
è rimasta a contare
tubi rotti
e gocce di novalgina
dal beccuccio otturato
nelle tempie della casa rotta
della cosa rotta
e diceva:
‐ è rotta la casa! –
con la lingua che scandagliava sillabe
dove nulla è rimasto
oltre la riga dritta dei capelli
a squarcio di pettine
e i denti tutti per terra.