Echi solitari
Quando ti cade
addosso la stanchezza
e sei così spento
che i pensieri
inciampano in rade
ragnatele di tristezza
e infinito e lento
sembra il tempo da ieri
trascorso invano,
opachi si fanno gli occhi
che lieti brillavano
come limpidi specchi
nella gioia, e in gola
urgente avanza il pianto,
né favola c’è che ti consola,
né aquilone al vento,
né mano amica
che al suo tepore sciolga
musica di saggezza antica
e il tuo dolore accolga.
Echi solitari
rotolano
fra i muri scorticati
dei vani giorni,
quali spogli filari
si avvolgono
contorti e disseccati,
e di strani contorni
ricamano
quest’alba menzognera.
Vaghi profili
d’ombre in preghiera,
echi solitari
dei vuoti giorni
nell’attesa che Dio ritorni.
(fm)
11 dicembre 2012