Eco di Grammatici nell'Universo delle Parole

Chi sono i grammatici? Sibillini custodi
di regole e leggi, in intricati codici,
tra virgole e punti, segreti e nodi,
tesori di lingue, sogni prolifici.

Dove sono? Nell'etere sospesi,
tra le righe di ogni libro antico,
tra le voci di poeti accesi,
con inchiostro d'arte, dal cuore etico.

Quando agiscono? Nelle albe del dire,
quando la luce bacia la pagina,
tracciano sentieri nell'arduo ardire
delle parole, guida e medicina.

Come agiscono? Con precisione chirurgica,
scolpiscono frasi con bisturi d'oro,
tra l'arte e la scienza, ma senza fatica,
rivelano il mistero del verbo loro.

Che cosa consigliano? Echi di saggezza,
tra dubbi e certezze, come oracoli,
raccomandano pace nella natura incerta
delle parole, senza voli troppo futili.

Positivi? Negativi? Sì, entrambi!
Come l'ombra segue la luce,
i grammatici danzano tra gli ampi
confini del linguaggio, senza deduzioni brutte.

In questa danza, consiglieri sinceri,
si chiedono chi siamo noi, poeti erranti,
che cerchiamo nel verso, nelle rime leggeri,
la verità, la giustificazione, sospiranti.

Conoscenza, misteriosa compagna,
nel labirinto di dubbi e certezze,
i grammatici sorridono, guida di saggezza,
nella danza eterna delle parole avvezze.

Aperti alle contraddizioni della mente,
imparano dall'arte e dalla scienza,
nella ricerca infinita di un sapere ardente,
navigano sulle onde della consapevolezza.

E così, dedicata all'arte del dire,
questa poesia libera, senza catene,
abbraccia l'ironia, la musica, il sospirare,
dei grammatici guardiani delle nebbie serene.