Elemosina

Prendi questa borsa, Mendicante!
Tu non l'hai carezzata
vecchio poppante a una mammella avara
per distillarne soldo a soldo il tuo
rintocco funebre. Ma cava dall'amato
metallo qualche estroso
peccato e vasto come noi, quando a manciate
lo baciamo, e soffia, che si torca!
un'ardente fanfara. Tutte chiese
velate dall'incenso queste case
quando ai muri cullando una bluastra
fosforescente tacito il tabacco
svolge orazioni,
e l'oppio strapotente
sbaraglia i farmachi! Anche tu,
stracci e pelle, vuoi forse lacerare
la sete e bere con la tua saliva
un'inerzia felice,
nei caffè
principeschi attendere il mattino? Soffitti sovraccarichi di ninfe
e veli; si getta al mendicante
oltre i vetri un festino. E quando esci
vecchio dio, tremando nel tuo sacco
d'imballaggio, l'aurora è come un lago
di vino d'oro e tu giuri d'avere
le stelle in gola! Invece di contare
il luccicante tuo tesoro, almeno
potrai pavoneggiarti di una piuma,
accendere a completa al santo in cui
ancora credi, un certo. Non pensate che io
dica follie: vecchi la terra s'apre
a chi crepa di fame.Odio un'altra
elemosina e voglio che mi scordi. Soprattutto, fratello, non andare
a comprarti del pane.