Elena
Questa poesia è per ricordare la mia piccola Elena assassinata trentaquattro anni fa da medici sessantottini (probabili figli di papà) che si gingillavano con la rivoluzione marxista, pur non capendone nulla, e pretendendo inoltre il cosiddetto "voto politico"" in virtù del tempo dedicato alle opere di Karl Marx anziché ai testi del corso di studi scelto.
ELENA.
Tra i funebri candidi marmi
un esile stelo fa cucù,
sto per compiere gli anni
e penso che tu non sei più.
Più non sei col tuo dolce sorriso
a darmi il tuo bacio augurale,
ma dormi nel grande mistero
sotto linda pietra tombale.
Ritorno al candido avello
nel dì che natale mi fu,
un bel bianco fiore è lo stelo
col profumo del bacio che tu
mi davi, era il dono più bello
che ora non ho più!
Non colgo quel candido fiore,
sbocciato dove giace il tuo e il mio cuore,
lo accarezzo, ne aspiro il profumo
e mi par di sentire il tuo amore
e il tuo labbro che dice: babbo mio caro
da solo non è il tuo dolore!
Ben sai io quanto ti amo
e, seppure sono quassù col Signore,
misuro il volare del tempo,
di quanto ti debbo aspettare.
S'invola una bianca colomba,
dal castagno che sta al limitare
d'irrorata di pianto tua tomba,
la vedo nell'aria librarsi,
che di mesti fiori profuma,
gira in cerchi, par che s'attardi
sulla mia testa canuta,
per volare poi verso il sole,
che d'avello tuo scioglie la brina,
pur la brina che copre il mio cuore
si scioglie a quel battito d'ale:
la morte separa, non uccide,
la morte non uccide l'amore!
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