Eppur ti volli

Fantomatica fantasia,
nel vederti e pensarti mio.
Mi sentivo già circuita dalle braccia tue.
Assaporavo, sulle labbra, un bacio ardente,
astrusa sensazione,
atta a travisare la realtà fatale,
onde fuggir da solitudine opprimente.
Niente, intorno.
Non eri l'uomo mio!
Neppure ti sfiorava la certezza ch'esistessi,
in qualche posto!
Trascendentale, era l'attesa che t'accorgessi
dell'esistenza mia.
Ma dubbia alquanto!
Eppur ti volli!
Ti volli, a discapito di tutto!
Il mio destino, percepivo, che tu fossi,
in quel subcosciente ch'appare mai cosciente,
inconsapevole del potere proprio, occulto.
M'avrebbe ingannato, anziché rivelar arcano,
se non avessi osato,
se carpito, dalla mente, non avessi un non so che.
Il sesto senso?
Ma osai, l'unica volta, probabilmente!
Venni a te!
E poi t'amai, 
mio uomo della sorte,
venisti a me come l'ape sul fiore,
come rugiada sul petalo assetato,
come farfalla, attirata dal colore.
L'amor cantò il suo cantico sublime.
Mio dolce presagio della mente,
scrittore del mio cuore,
dov'hai impresso il tuo nome.