Estate 2006
Scrivo di un Ricordo, mai d'un presente. L'ingegno m'è sordo quand'è piena la mente.
Un'unica fantasia mi nutriva ad agosto: che sulla bocca mia, da labbra di mosto, cadessero mille baci e ancor più di mille, caldi come braci e vivi come faville.
‐Non da una qualunque voglio provar la lingua; di lei la cerco, dunque, perché il mio foco s'estingua!‐ Questo, ardente, pensavo ne' miei risvegli estivi, signore e non schiavo di desideri tanto lascivi.
Ma alla sera, con lei solo, cadeva ogni certezza, l'anima prendeva il volo a contemplar la sua bellezza. E così ero timido e discreto, poiché ella più di me stesso rispettavo senza alcun veto, o altro interesse connesso.
Ecco, perciò, il mio Ricordo di questa splendida estate: con la memoria mi accordo per le sue labbra baciate.