(estate) non senti che trema la mia voce nel cantare?

Treman, le membra, nello spasmo dell'attesa
d'estate a scemar volta,
annunciantemi la malefica sorte...
pressoché una languida morte.
Sordo timor di non averti accanto,
all'apparir d'un nuovo giorno,
a maledir teso ‘l fato s’incosciente,
pel suo voler dannato,
mirato a rendermi perdente,
nel sottrarmi te, ovverosia l'intero mondo.
In bilico sul filo d'una tagliente lama, sto barcollando.

Ingrato,
son al rovente sol, a intiepidir prossimo
contrariando ‘l desio mio,
nutrito nel profondo
e i molteplici vorrei soggiogando,
parimenti all’ambita pelle salati...
inver amari
‐ simil sconfortant'illusioni, a oltranza reiterate ‐
a render l’esistenz'acida e intollerante.

Invoco stelle,
ché brillin nelle notti venture,
da carezzevoli note allietate, dal piano scaturenti
attraverso l’affusolate mie dita sapienti,
onde a me legarti, mio diletto amor sfuggente.

Or, per te ‐ dall’alma smarrita e silente sgorgante ‐
la miglior mia canzone vo a intonare...
Non senti che trema, la mia voce, nel cantare?

Relegato alfin in un dolor diffuso,
in un tormento assiduo
‐ generant'il pianto alimentante l'onde,
stillato dalle lacrimali pozze ‐
e attendendo ‘l fosco tempo in cui non ci sarai,
a far di me l'uomo che vorrei,
l'impeto d'urlar reprimo a stento,
al caldo vento,
al quieto mare,
al cilestre manto celestiale.

Non so implorar il Ciel ad accordarmi aiuto...
Mestamente, non son per te quel giusto.

Fallace allegria,
‘l volto, destra è a mascherarmi con maestria,
pur verso ‘l tempo di morire;
real, la vorrei, anziché biec’ammaliatrice... ingannatrice.
Vorrei... I miei vorrei, vorrei esaudire,
ma, inesorabilmente, non ne son capace.