Estensione ad alta voce
Ho immaginato pene che non bastano
flagellanti colpi di parole
e sentito ululare il vento al posto mio
Non capisco quel che fa male di più
la pelle non sfiorata o i bacini esistenziali
Metto in fila ordinata i peccati
presunti e insubordinati
conto e riconto quante volte
m’è piovuto addosso
e mi sentivo asciutta
Alla fine voglio restare così
vagamente sbilanciata
da un’ingenua aspettativa
di parto indolore
mi innaffio le radici
e aspetto che sgorghi la clorofilla
Dentro ho tenuto intatto
tutt’un prato di fiori spontanei
posso ben disertare
posso... vero?