Exit

Eccola qui, la tempesta di pensieri fuorvianti.
La notte è il momento migliore, quando il tuo cervello decide, di fare una passeggiata, all'interno di un labirinto, dove continui a girare a vuoto.
Agiti una mano, sperando che all'esterno, qualcuno noti il cenno di aiuto.
Ma nessuno ti vede,solo i tuoi pensieri oppressivi, che sono folla invadente.
Eppure volevo essere vista, volevo una mano,pronta ad afferrare la mia.
Volevo un cartello, con la scritta EXIT, che indicasse l'uscita.
Ma sarebbe troppo semplice no?
Ti devi guadagnare l'uscita dal tunnel, devi camminare al buio,per conquistare la luce, devi cadere per poterti rialzare.
Quindi se cado,devo prima beccarmi cento colpi di frusta e poi rialzarmi vittoriosa?
Devo perdermi,urlare fino a perdere la voce,per trovare la famosa luce, in fondo al tunnel?
Devo sbagliare più apparenti vie d'uscita, per trovare quella giusta?
Perché se no,non vale?
Se no è troppo semplice?
Devo scendere all'inferno, ballare un tango con il diavolo e poi ritornare in questo eden selvaggio e raccontarlo?
Di cicatrici ne ho a sufficienza, sono ancora aperte,ci lavoro con costanza.
E non c'è nulla di male, se invece del solito indizio, vorrei la soluzione.
È buio, sono confusa, ho perso l'orientamento.
Non mi vergogno di chiedere aiuto.

Non riuscivo ad alzarmi, ero stanca, volevo solo trovare il cartello, con la scritta EXIT.