Fantasma

Fonde orbite d’eterno, spirali di lune d’autunno Lacrime d’opale su triste teschio, disperazione, invidia d’antica morbida carne, narrami spettro, l’angoscia dei tuoi demoni!   Racchiudi in te mille profumi, torbide essenze, acri sapori, incensi d’oriente, terra e sangue, spezie rapprese su vesti sferzate di grigio cemento sepolcrale. Reclami una tregua! Residuo peso d’una carcassa di vermi.   L’eterno riposo risuona veemente come beffarda condanna! Eri forse padrone delle mie mura domestiche? Eri forse schiavo d’una corona di serpi? Trascinato come reietto s’un patibolo d’ipocriti?   Labirinti di specchi riflettono la tua vischiosa crisalide, rigenera in me i tuoi stanchi rimorsi, a te io m’offro giovane scheletro, creatura barocca, principe di fango!   Indegno bramo i tuoi mondi, i tuoi segreti secolari, risuona nei miei lobi le tue fanfare di morte! Tra vecchi ricordi di sete sbiadite, eccessi d’assenzio, come nobile cadavere fatti scherno del mio vivere!   Il mio viver null’altro è che la tua scialba imitazione, tentativo goffo, effimero, goccia di sole rancido! Risuona prepotente le tue catene terrifiche! Sii spettro impietoso, fulgido Re del terrore!   Insinuati nei sonni mortali come verde incubo, veleno sapiente di mille ampolle polverose, risorgi dalla tua disperazione come ceneri di fenice, saggerai il dolce liquore della tua sorgente immortalità!