Fantasmi

Le larve che soffiano in me nel  notturno quietar della vita, scuotendo il mio incedere lento dove sono festuca  nell'aria, fan mutare il verbo soave  in un  trucido auspicio luttuoso. I deserti rinvengono e  tacciono dove luce  già si posava, partorendo copiosi germogli di sembianti parole d’amore. Il sommesso rifugio dell’onda, tra le orribili piaghe del tempo, dove ho letto con flebile voce l’ansimare di un caldo piacere.