Fatina

Per caso t'incontrai in quel paese
ove mai pensato avrei m'innamorassi
quando saltavo tra quei fossi e sassi
e, lesto preparai il mio maggese.

Trascorso abbiamo già cinque cinquine,
di cinquina la sesta già cammina
e tu rimasta sei quella Fatina
ch'intravidi quel dì tra le tendine.

In questi cinque già passati lustri
migliore non potevi farmi dono:
Gioielli son dal viso dolce e buono
quei cinque che donato mai di Astri.

In quest'anni di mutato hai solo gl'anni,
per il resti sei com'eri: Dolce e buona
com'allora, dolce sei tuttora e buona;
mutata manco t'hanno i grand'affanni.

In trent'anni andati via divenuta 
sei maestra di bontate e di dolcezza,
nella dolce alma racchiudi giovinezza
e resti la Fatina  che mai si muta.

Tanta tristezza mi riempie il cuore
il ricordo dei dì passati invano
quando tu, dolce com'ora,piano piano
mi donavi te stessa  a tutte l'ore.

Sol mi consola l'accresciuto affetto
e par che le colpe un poco sminuisce
perchè, per te, l'affetto non svanisce
ma rafforzar lo sento nel mio petto.

Or mio é il tuo male se malata sei,
se piangi tu , nel cor, lacrim'anch'io,
se stanca sei,ahimé, stanco son'io,
contento son pur'io se tu contenta sei.

Tanto m'hai dato e tanto poco ho dato!
Ah! Se potessi indietro ritornare
amor d'amore tornerei ad amare
e sempre più vicino ti starei:
Come al padrone il cagnolin fidato.