Felsina e Bologna
Narra la leggenda sull’origine del tuo nome
Che una regina etrusca ti concepì con amore
Scorse nel vento, attraverso il disco dorato
Che in quel luogo il suo regno sarebbe nato.
Felsina il tuo nome che ricorda le sue gesta
Sei la culla della pace dove gli uomini fan festa
Dopo l’odio e la violenza scoccarono il dardo
Tra i galli e i romani, e il popolo longobardo
Si stanziò ampliando le tue strade e le mura.
Regina del mille, ventre di nuova cultura
In te videro i natali Guido Reni e i Carracci,
Morandi, Marconi, Campana e Carducci.
Un palazzo medioevale imprigionerà nel tempo
Il ricordo del dominio soggiogando li RE Enzo.
Città libera e non schiava della Chiesa e dei francesi
Combattesti con orgoglio per l’onore degli offesi
Quanto sangue fiero scorre dal compagno partigiano
Incendiato dall’idea di un comune amor umano.
Tutta la storia è racchiusa nel ricordo del passato
Sento l’anime che gridan fiere perché t’hanno amato
Sento scorrere nascosta l’energia misteriosa
Che in te vibra veemente sotto nel canale Aposa.
Bologna la rossa
La grassa
La dotta
Bologna che passa
Bologna che lotta
Bologna sventrata
Violata
Ferita
Bologna sfregiata
Bologna impaurita
Bologna vitale
Bologna puttana
Bologna che t’ama poi t’odia poi t’ama
Bologna due dita nella gola del cielo
Bologna impazzita in balia del mero
Ideale modello di vita borghese
Bologna che vomita memorie offese
Bologna opulenta
Bologna contenta
Bologna bigotta
Bologna corrotta.
Passeggio e mi perdo nei vicoli oscuri
Che sanno di piscio e scritte sui muri
Di lacrime e vino, di gioia e dolore
Portici sfregiati senza più color.
Eppur mi ricordo quand’ero bambina
Immensa parevi, e non una latrina
Di idee e soggetti senza immaginazione:
Malata io di noi o sol di presunzione?
Forse è solo che adesso sono più disillusa
Assomiglio più a te, a questa piazza chiusa,
E al centro una chiesa maestosa e non finita
Come ogni mio sogno, ogni cosa smarrita.