Poesia
Firenze
Un cielo di rosso screziato
rincorre folate di indaco
che schermiscono violette nubi di glassa.
Carta argentata si muove quieta,
quasi sonnecchia mentre riflette
i ponti immanenti.
Visi di pietra infondono doverosa riverenza,
fotogrammi strappati al tempo che fu.
Gelido è il sangue che rende statico il muscolo,
sintesi emotiva d’un movimento perfetto.
Antica e cortese signora
lasci, pudica, che il mondo scopra
le tue calde vesti:
femminea epidermide suadente
ti sfioro
e ti vorrei mia