Foglie d'autunno
Sibila fortemente, il vento,
tra le fronde ormai ingiallite
e sembra cantare un mesto canto funereo.
Le foglie rinsecchite, agonizzanti,
staccatesi, piroettano in sua balia
come danzatrici su punte gessate;
parimenti a soavi cigni morenti,
si lasciano cadere,
ebbre e silenziose,
vittime del Tempo Sovrano,
mutevole e spietato,
e rassegnate alla fine,
purtroppo non più così lontana.
L'una a fianco all'altra,
sorelle
accomunate da un unico destino,
attendono inermi
di essere spazzate via da rami di saggina
e arse.
Ma il vento, solitamente dispettoso,
si muove a pietà, per loro.
Le sue raffiche improvvise
le separano,
le sparpagliano,
le sollevano dal suolo quasi gelido
per trasportarle in alto,
sempre più su,
in quel vivido cielo azzurro
apparentemente irraggiungibile.
Ora non lo è più.
Lassù respirano la libertà
e, svolazzando come farfalle dalle ali dorate,
si perdono lontano;
lontane dalle lingue di fuoco che le attendevano,
malefiche.
Dal loro inferno.
Il loro viaggio sarà breve.
Smettendo ben presto di soffiare,
il vento le strapperà dall'incanto
onde rituffarle nella realtà
e, nuovamente,
danzeranno per un poco,
fino a scivolare dolcemente chissà dove,
ma, probabilmente la morte,
allora,
diverrà più benevola.