Percorro corridoi, che si intersecano,
si toccano e si fuggono l'un l'altro,
scie indistinguibili, identiche eppure
diverse, per minuscoli particolari infinitesimi.
Eterni cammini che variano, in sfumature di
colori, lentamente si vira da freddo a caldo,
come se le stagioni durassero un secolo o un secondo,
che il tempo è un illusione, sopratutto in un sistema
caledoscopico e matematico, immoto ne suo eterno.
Inseguirsi, come un eterno divenire di criptiche
differenze, microscopiche mutazioni Madelbrottiane.
27 agosto 2014
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Tra le cose che avrei dovuto dirti c'è: Se la bellezza fosse un giardino tu ne saresti la rosa! Ma le pagine acide dei social network me l'hanno impedito.