Fugacità
Un giorno di marzo arrivasti: come fossi la luna
calda nel cielo di stelle; io scrissi "t'amo" sulla sabbia...
Il tuo arrivo (lo) preannunziò una zingara dagli occhi di ghiaccio
e dai modi gentili: non capii, allora.
Gli sguardi compiaciuti tra (di) noi non mi toccaron il cuore,
ma soltanto la bocca: lo capii dopo.
Mute eran carezze tue a me, i tuoi pensieri sordi raccolti
dentro i miei sordidi segreti, il nostro amore ‐ invece ‐ secondo natura...
Un temporale estivo solo mi lasciò in riva al mare: ad
ascoltarti; lavò l'onta del peccato: se mai
ce ne fosse stato uno!
Intrappolato rimase il tuo ricordo tra gli scogli: lo liberai
così e lo seppellii sotto una pietra in un bosco
di millenari lecci.