Sospesa
al filo di una notte
antica,
nuova nell’infinito
uguale a sé
stellato e ferito
di tutti i mari apparsi,
danza la mia solitudine.
Amata, perduta, libera.
Luogo di notte propizia,
ramo di tutti i fiori estinti
tramutata in vento ed eco,
suono senza radici
tra riflessi di luna,
e gatti randagi in coro.
12 ottobre 2006
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