Giordano il solitario

Giordano il solitario chiedeva a tutti
dove fosse finito il cielo,
chiedeva a chiunque perché
sopra le case e sull'orizzonte fosse tutto nero,
chiedeva per avere una risposta,
chiedeva e si disperava con le mani sulla testa.
Nessun altro vedeva il nero di cui Giordano parlava,
ma solo qualche nuvola grigia, che nel cielo incombeva.
Era da anni che non usciva per strada,
si era nascosto per troppo tempo
e non riconosceva più il cielo,
nemmeno quando era scuro e pieno di pioggia.
Giordano il solitario era rimasto
chiuso tra le sue stanze, da solo con i suoi pensieri,
che si alternavano tra ricordi e viaggi interiori,
tra sogni in bilico su stelle che cadevano
e che lui conservava in un angolo.
Un giorno nel seguire la luce di un lampo
intravisto dalla sua finestra, si ritrovò per strada,
senza più trovare il cielo
e chiedeva a tutti dove fosse finito.
Il cielo era sempre al suo posto, ma Giordano
non riusciva più a vederlo, poi, qualcuno
gli disse:”Il cielo non è un ricordo,
è sempre lì in alto e puoi guardarlo,
anche se è lontano e puoi sempre riempirlo,
si estenderà nel tuo sguardo fra una lacrima ed un sogno”.
Giordano il solitario con gli occhi lucidi
tornò ad uscire, ogni giorno sotto l'azzurro.