Giovanni il netturbino
Giovanni il netturbino
si è accesso uno spinello.
Gli si è aperto un mondo dentro,
diceva che era bello.
Quanta malinconia
quei seni di Giovanna,
le notti nella Panda
tra i pini in riva al mar.
Ora spazza
alle cinque di mattina
sul lungomare di Latina.
È triste e un po’ ingrassato,
ha scelto un’altra vita,
quella del derubato.
Sognava il cinema
e la celebrità,
ora fuma cannoni
e scrive ancora canzoni
che nessuno ascolterà.
Giovanni il netturbino
crede nell’al di là,
ha una moglie che non ama
e una figlia pornostar.
La sera
porta fuori l’immondizia
(ma tu guarda che destino)
ammira la mezza luna
e prima di far la nanna
si accende mezza canna:
il cuscino si trasforma
nei seni di Giovanna.
Che felicità
per Giovanni il netturbino,
la sua vita è tutto un sogno
svanito in mezzo al mare
tanto tempo fa.
Giovanni il netturbino
sa ancora amare;
lui sa come si fa.
Ma Giovanna
non c’è più
e non resta che fumar.