Giunto sopr'al nono cielo
Com’in un baccello,
racchiudevan, l’ali sue, quell’Angelo caduto,
affranto nel suo guscio.
Forse 'l cielo non se n’er’ancor accorto
che mancava al Paradiso,
che mancava 'l suo sorriso.
Quelle lacrime di pianto
gli cadevan dallo sguardo desolato.
Solitario, 'l suo dolore...
Strano specchio del suo essere perfetto,
privo d’altro sentimento che d’amore.
Rannicchiato su se stesso,
come fosse stato in grembo,
mai vissuto pel suo esser un eletto;
spoglio d’ogni umana sorte,
sconosciuta a lui la morte.
Dolce rosa...
La fragranza riportava la speranza
del Giardino dei Beati,
d’ogni gaudio profumato e di letizia,
dove ritrovar riposo, post empirico suo volo,
giunto sopr'al Nono Cielo.