Cervelli perduti nella fossa del vuoto,
ruderi strani destinati a pensare invano.
Simili a statue senza occhi
siedono immobili in stanze cupe.
Il silenzio eterno si accoppia
al loro sbraitare eresie.
E così si abbandonano alle pareti
d'inferno
saltellando sbronzi nella pazzia.
Vergognosi d'esistere, tremano
alla luce e alla vita.
Cercano le palpebre di non ricamare
assurdi indovinelli
nella culla del pianto.
Schiavi d' ombre che strisciano
al freddo d'una carezza
mai conosciuta, invisibili,
uomini dimenticati.
18 aprile 2008
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Non è più il mio sguardo a toccare il respiro del cielo oltre le nuvole. Sono le mie vene a strizzare gli occhi a luce sospesa.