Grazie mamma,io non dimentico
Ricordo ancor il vecchio borgo
e quel catoio
dove la dignità maritata alla fame
v'abitava
Candele di tenue luce
a picciolo lume
rischiaravano quelle notti
cupe di paura
tra ratti affamati e pertugi scoperti
per pietre dimenticate
e giù improperi e botte
a noi imberbi figli
innocenti di presunta colpevolezza
E sogni e nitide immagini
d'un separato destino
avesti tu Madre
nella fede ai giuramenti
della tua memoria
tra le bandiere ammainate
del tuo pensare agli orizzonti in fuga da quel presente
E nell'atto d'amore più bello
schernito dal mondo
e benedetto dai sospiri insalubri del tuo Cielo
ci cacciasti fuori dal seno
sbattendoci dentro il nostro avvenire
Cesare Moceo © ®
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