Guerra.
Rosso si tinge il cielo al tramonto,
ma tra fumi e rumori
di stridenti uccelli grigi
che d'improvviso occupano il cielo,
messaggeri di morte senza colpa,
ipocriti seguaci d'un Dio tangibile,
che del cielo è sovrano senza amore
e della terra unico padrone,
che mai ha chiesto il permesso
del suo comando, dittatore
uguale a coloro che va combattendo.
Sparge il suo seme
con unico pensiero,
insensibile metallo
che non ha amici né nemici,
ma solo vittime
che tra le mani
stringono il pegno
dei loro mali,
colpevoli nella loro innocenza,
fratelli di coloro ch'eseguono gli ordini.
Sogno un cielo libero
da cuori fantasma,
e una terra libera da insensati timori,
il cui metallo sia argilla
tra mani innamorate
che creino tenui strumenti d'amore
in luogo di tetri strumenti d'orrore.