Hai voglia che sia pura
Hai salvato qualcosa
dall’altra parte del mattino?
fuggito via da un pozzo vuoto
di desideri
con una lama scintillante
‐ il tuo sole malato ‐
hai sgozzato l’amianto
e grandi scheletri di ruggine
disseppellito plastiche
ed epistemi ambigui
‐e quanta melma
sotto uno scialle finto verde.
Il tuo ludo terreno
di sanguinanti rovi
ti celebra da tuniche bruciate.
Terrore d’esser vivo all’argine
di salme e voli bassi,
hai voglia che sia pura questa fine
ancora un giorno per gettare il seme
l’ottavo giorno, di astragali
sui sassi neri del tuo passo.