Ho bisogno di rose e dell'abbraccio di mia madre

Respiro silenzi

tra queste mura scarne

nell'apatia di giorni uguali

dove ogni ansito

è afasia accennata

e il mio petto si perde

nell'asimmetria dei pensieri.

Si confonde l'aritmia

con l'aritmetica spicciola

e la sommatoria delle idee

è un quoziente immaginario

in cui l'unico resto

è il perenne senso di incertezza

che fa rima con paura.

Non oltrepassare quella porta

dice la ragione

ai brandelli di senno rimasti

a questo cuore zingaro

che idolatra la vita

a costo di morirne.

Manca l'aria

anche se gli usci sono aperti

e il vento

prova a disperdere i sogni

ma la mano afferra

la propensione d'infinito

che il teatrante dona

all'irrequietezza dell'anima.

Non so quando tornerà

la stagione degli applausi

ma sarò pronto

se il destino

deciderà di riprendersi le mie mani.

Oggi ho bisogno di rose

e dell'abbraccio di mia madre.