Ho inventato te
Ti ho inventato
mentre morivo a gocce
senza comprendere
se lo spazio aperto
nel mio cervello
fosse dubbio
oppure follia
ritardo o anticipo
Già il viso era statua
splendente di distacco
nel nero abbraccio della chioma
e compagni segreti portavo
tutti lì in mente stretti
al servizio del ricordo
Ti ho inventato
per tornare indietro:
la mia assenza
come mandorla velenosa
mi bruciava la bocca
Ho desiderato un mito
da attaccare al seno
per non vietarmi di fiorire
per non sprecare
quel grappolo di luce
Ho inventato te
come si crea
da poche briciole d’amore
l’ultimo capolavoro