I miei bambini
Con la biro, il computer o un pennarello
scarabocchio conati di poesie:
assoluzioni, favole, bugie,
condanne che ho subito senza appello.
Magari sono solo porcherie,
sporcizia che ho spremuto dal cervello
ma che importanza ha? Certe pazzie
l'ho sempre fatte ed io rimango quello.
Sono rimpianti o scampoli di gioia
d'un tempo che trattengo a me vicino,
tutta roba che agli altri viene a noia.
E, mentre scrivo, guardo i nipotini
che giocano a Monopoli in giardino
coprendo le mie rose di "quattrini" (1)
1) quelli falsi del gioco da tavolo
Da "Il guardiano del farro"