I miei, son le mie guardie del corpo

Versi,
che celano trucchi tribali
fra le rime,
che divengono proiettili
d'armi da rivoluzione
e passano tranquilli
da succedanei dei giorni
a abitudini continue.
E sono comunque versi,
velature di sogni
che non voglion suscitare nel vivere
invidie e cupidigie,
nè voler insinuar bramosie
in menti ormai prive di M,
che senza accorgersene
hanno perduto la libertà.
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Per Voi Cesare Moceo
da Cefalù al mondo
71n poet‐ambassador t.d.r.